Ecografia 3D: come funziona e quali sono i vantaggi
L’ecografia tridimensionale (3D) rappresenta oggi un grande progresso in campo ginecologico ed ostetrico. Essa viene fatta con sonda transaddominale e/o transvaginale, e permette l’acquisizione volumetrica di immagini ecografiche bidimensionali, di poterle analizzare e confrontare anche in assenza della paziente.
L’ecografia in 3D offre la possibilità di visualizzare e memorizzare sezioni multiple d’organo effettuando il cosiddetto “rendering”, cioè la ricostruzione d’immagini statiche volumetriche in modalità digitale estremamente accurate e molto simile all’originale.
I vantaggi nell’utilizzo dell’ecografia 3D in ostetricia e ginecologia
Numerose ricerche hanno dimostrato come l’ecografia 3D applicata nell’ostetricia rappresenti una valida integrazione all’ecografia 2D. Durante la gravidanza si può valutare la salute del feto, le eventuali malformazioni come: difetti facciali, anomalie degli arti, difetti del tubo neurale.
In campo strettamente ginecologico, l’ecografia 3D, grazie alla sua elevata sensibilità e specificità (100%), trova applicazione in due settori in particolare:
- Diagnosi e classificazione delle malformazioni e patologie organiche dell’utero;
- Valutazione dell’infertilità della donna ed assistenza per tecniche di fecondazione medicalmente assistita.
Quando fare l’ecografia 3D in gravidanza
L’ecografia in 3D in gravidanza consente ai futuri genitori di vedere il viso del loro bambino quando è ancora nella pancia. Infatti questa, a differenza di quella bidimensionale in bianco e nero, dà un’immagine più concreta e tridimensionale: a colori, accurata ed in alta definizione.
È possibile effettuare l’ecografia 3D in qualunque periodo della gravidanza. È comunque preferibile farla nel momento della seconda ecografia (morfologica): a partire dalla 25esima settimana, l’immagine sarà migliore perché il feto è di medie dimensioni e vi è un migliore impatto estetico.
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